26 ottobre 2006

Alexandre

From Alexandre

Il 29 settembre 2006, alle 15.04, è nato Alexandre Yannick Filippo Maria!!!

pesava 3,455 kg per 52cm e a quasi un mese pesa ben 4,270kg per 56cm! pare che il latte della madre sia ottimo!

BENVENUTO TRA DI NOI!!!!!

From Alexandre

01 agosto 2006

A 100 anni dalla nascita di Oma...





100 anni fa a Napoli nasceva mia nonna Oma... l’ultima di queste foto ce la mostra con i suoi 3 figli maggiori, gli altri due non erano ancora nati... suppongo che possa essere stata scattata nel 1940 o 1941 (a meno che non fosse un poco dopo e la 4ª figlia semplicemente non appaia nella foto!) ...

Ho cercato notizie riferenti a 100 anni fa ma per la data esatta non ho trovato niente purtroppo, mentre per agosto del 1906 o per l’anno 1906 qualcosa (poco) c’è. Il più divertente è che ci sono notizie (in pubblicazioni italiane) di un terremoto in Cile, a Valparaiso, il 16 di agosto! Ci fú pure un’eruzione del Vesuvio a partire del 4 aprile. E un terremoto a San Francisco il 18 aprile

A seguito ho alcuni link a notizie relative al 1906.

Varie notizie italiane in http://www.cronologia.it/storia/a1906.htm

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno del 1906, http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_finestra_storia_1906.asp?IDCategoria=518

Il Traforo del Sempione, dal Giornale del 1906:
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=92166

Varie notizie del mondo (in Francese) nel 1906 in http://fr.wikipedia.org/wiki/1906
Nella versione italiana c’è molto meno... http://it.wikipedia.org/wiki/1906
C’è anche una versione in Inglese http://en.wikipedia.org/wiki/1906, una in Spagnolo http://es.wikipedia.org/wiki/1906 e in varie altre lingue, ma la più completa resta quella in Francese.

Terremoto a San Francisco: http://quake.usgs.gov/info/1906/

Alcuni personaggi famosi nati nel 1906: http://biografie.leonardo.it/risultati.htm?y=1906


Ed ora aggiungo le note che mio zio Manfredo (a destra nella foto con madre e fratelli) mi ha simpaticamente inviato:

Primo: nel Novembre 1906 l'Accademia Svedese conferi il Premio Nobel per la Letteratura a Giosuè Carducci (nato, guarda caso, in Versilia, non lontano dal Forte dei Marmi che tanto piacque ad Oma ed influenzo' la vita della nostra generazione – penso soprattutto a Flaviana e Sandro).
Secondo: i Colonna di Stigliano, che io sappia, a Napoli, gravitavano tra Mergellina e Chiaja. Napoli era a quell'epoca, con 5-600.000 abitanti, la città più popolata d'Italia. Nel 1906 penso non esistesse ancora a Napoli la Stazione Ferroviaria di Mergellina; in compenso c'era già la ferrovia Cumana (elettrificata?), con fermata alla stazione "Quattro Stagioni" sopra Piedigrotta. La quale Piedigrotta si animava in modo straordinario la notte della Vergine, il 7 settembre. Notte di canti e di baldoria, notte di carri pittoreschi e canori,
notte pantagruelica.
Terzo: immaginiamoci quella giornata del 1° Agosto del 1906.
La mattina risuona il fischietto del caffettiere girovago:"O cafettiéééé…"; il richiamo del venditore di focacce (la mitica pizza al pomodoro): "C''o fungetielli e' alice"; la voce del limonaro:"Agre e roce"; quella del venditore di sorbetti: "A grotta d''a neve" o quella del pescivendolo: "Tengo 'argento 'int''a spasella".
Il pomeriggio (magari all'ora della siesta, con gran scorno del Padre di Oma, Tuo Bisnonno Egidio, nordico di Verona), si sente il grido del venditore di nocciole e semi di zucca: "Semmente e nnucelle mmunnate!" o la voce del venditore di pomodori: "Se' moè! E quanno t'' a faie 'a cunsévera?!".
La sera è la volta del venditore di cocomeri (poponi): "Ma chiste so' nire overo! O 'anema d''o fuoco!"; e del lumacaro: "Cunfiette ricce e palle'e Salimone! Magnateve cheste! E siente 'addore, sié!".



Il seguente testo invece l'ha scritto mio papà Claudio:

Quest'anno il primo agosto è stato speciale, perché, prima con Flaviana, poi con Selvaggia, ci siamo immedesimati nel fatto che cento anni fa era nata a Napoli, in Mergellina, la nostra indimenticabile mamma (mammà) e nonna (Oma) per i nipoti: Bianca. Cento anni sono molti, racchiudono tante storie, più generazioni, i ricordi propri e quelli tramandati. Il primo agosto poi non lo dimentico mai: è anche il compleanno di Valentina (1970) figlia di Paolo e di Simona;il due è il compleanno di Manfredo (Dodò), il quattordici il mio.....Un mese pieno e denso, o, come amo pensare, il mese assoluto dell'anno, quello atteso e sognato per tutto l'uggioso inverno, promesso dalla primavera. Più mesta è la ricorrenza del trenta maggio, quando ormai quindici anni fa nostra madre se ne è volata in cielo; e vi ha ritrovato papà, Opa Egidio e Oma Welly, i nonni italiani e quelli olandesi; la nonnina, come la chiamava, quella Teresa Barbieri che aveva sposato il nonno paterno Carlo Colonna, sopravvivendogli poi a lungo. Quando da bambini passavamo lunghissime vacanze estive -e oltre- a villa Gallotti, in Posillipo, mammà ci faceva sentire tutto l'orgoglio che provava per la sua città, per il popolino vivace e rumoroso, per i bassi affollati delle viuzze nel quartiere spagnolo, le paste di Caflish, le scarpe per bambini che solo a Napoli erano quelle giuste, i taralli pepati, le sue amiche di sempre: Silvia Coop, Bianca Fontana, Emmuccia Berlingieri, Ada e Maria Peirce, la sfortunata Solange che poi si innamorò al punto da morirne tragicamente; e tutta la teoria dei vari Caracciolo, Pignatelli, gli innumerevoli parenti Colonna, le tante zie, gli amatissimi cugini Landolfo (Fufù), Anna (Lellè), Maria Vittoria (Trottola) e Pickì il cui vero nome non ricordo fosse stato mai pronunciato: si, perchè ogni persona deve avere un nome anagrafico, è la legge, ma soprattutto un nome corrente, possibilmente breve e tronco: Bianca si è sempre chiamata Bebé, sua sorella Maria Teresa, Mité. Così Napoli è sempre rimasta al centro dei sogni e del mondo di mammà: lei ci faceva capire subito se parlava al telefono con un'amica napoletana dall'inconfondibile accento che le riemergeva. Napoli poi nei suoi pensieri era una vera capitale europea, altro che... e la frase rimaneva tronca per rispetto alla città adottata; una capitale cosmopolita, prediletta da inglesi e francesi, all'avanguardia in tutto: dallo storico Ospedale degli Incurabili, la prima istituzione del genere in Europa (beh, diciamo in Italia), la linea metropolitana che allora si chiamava semplicemente Circumvesuviana, con partenza da Mergellina, a Piedigrotta: anch'essa una novità assoluta; la pasticceria svizzera di Caflish famosa anche per la cioccolata in pezzi spugnosi e rugosi, come una scorza d'albero e che chiaramente non si sarebbero trovati in alcun'altra città. Ma a Napoli c'erano anche altri vantaggi: l'esercente di qualsiasi negozio e bottega, vedendola entrare, si sarebbe precipitato a servire una vera signora, trascurando nel mormorio generale tutte le altre avventrici. E che dire delle funicolari, dalla Floridiana al centro, per non citare quella celeberrima del Vesuvio, funiculì, funiculà. Ma più affascinante di ogni altra realtà, a Napoli è il paesaggio, i dintorni, e lo spettacolo che essi offrono: indimenticabili le gite alle fumarole degli Astroni, le vendemmie a Soccavo, con inevitabili mal di pancia, la lava nerissima a Torre del Greco, i pellegrini alla Madonna di Pompei - anzi di Bombei, come si chiama a Napoli forse compiaciuti di disorientare i non iniziati - i bagni a Sorrento, il blù di Capri e poi giù giù fino alle vertigini di Furore: meno amata sull'altro versante, troppo affollata Ischia, passi per Procida, anche per i castelli dove aveva risieduto Vittoria Colonna "marchesana" di Pescara d'Avalos; poco apprezzata Pozzuoli, buone le spiagge di Trentaremi e Siniscola. I Capresi invece, che al pari dei Napoletani sentono di essere nella vera capitale del golfo, si identificano ancor'oggi con una sopravvivente Magnagrecia: molti anni fa, giungendovi da Roma, ed avendo appreso con rammarico in viaggio di un improvviso sciopero dei benzinai che avrebbe vanificato la programmata circumnavigazione in gommone, al nostro stupore per aver trovato il distributore aperto allo sbarco della funicolare, con condiscendenza l'esercente spiegò: "ma no, signurì, chillo lo sciopero è in Italia". Tutto ciò per mammà era scontato; stentava invece a ritrovarsi a Roma, dove tutto si faceva per dovere, tutto era scontato ed ovvio, il tram seguiva il suo binario; non invece a Napoli, dove nel fortunoso quarantaquattro, doveva essere di settembre, potei fare un appagante bagno di mare a Bagnoli, sulla spiaggia dove poi sarebbe sorto il torvo stabilimento siderurgico, in mutande, col tranviere che dal Vomero alto aveva proposto il diversivo a me ed all'unico altro passeggero, azionando poi con decisione lo scambio manuale.

A Roma però, ad onor del vero, mammà apprezzava altre cose, ad esempio i tesori medievali di Trastevere, il quartiere ai cui margini abitavamo, vicinissimi al ponte Sisto. A Santa Cecilia, una volta l'anno, nella ricorrenza della Beata Margherita Colonna fondatrice di certe Suore che fin da allora ebbero in custodia il convento di quella Basilica, i discendenti della sua famiglia avevano il diritto, infrangendo una piccola porzione di clausura, di visitare gli affreschi del Cavallini, contemporaneo della Beata. Oggi si paga invece un biglietto ed in qualsiasi giorno si può salire nel coro in ascensore scortati da un bambino pachistano. Chi sarà stato quel benedetto Cardinale Acquaviva (napoletano!?) che nel frenetico ammodernamento barocco ha costruito quel coro nella controfacciata, dotato di tanto di organo, tagliando in due il Cristo in trionfo, contornato da grandiosi santi ed angeli alati? E la nostra parrocchia, Santa Maria in Trastevere, con il bel mosaico nell'abside - di nuovo Cavallini - la fons olei, il pavimento sontuoso cosmatesco: la parrocchia dove abbiamo dato l'ultimo saluto a papà e ventitrè anni dopo a mammà. I ricordi, si sa, sono intrisi di malinconie, non se ne può fare a meno ma mammà non era un tipo malinconico, anzi; era allegra, piena di iniziative, attivissima; manteneva inoltre rapporti con tutti, anche attraverso una fitta corrispondenza con quanti, amici e parenti, erano lontani; riceveva volentieri visite e le ricambiava con piacere. Si sobbarcava anche alle riunioni di dovere, dalle zie acquisite a quelle naturali: fra queste ultime, la zia Matilde: un personaggio da belle époque, che, da quando in età più che matura aveva sposato lo zio Fabio Colonna, il primogenito, si faceva chiamare eccellenza dalla servitù ed aveva completamente dimenticato il proprio cognome ebraico di nascita, Morpurgo; ricordava invece di essere stata estremamente ricca e forse lo era ancora dopo la guerra; non potevamo dimenticare che in quei tragici frangenti la zia si trovava nella propria villa di Brugnera, in Veneto, requisita per la maggior parte da un comando tedesco: quando quei militari avevano la "impudenza" di fucilare sul piazzale della villa quanti malcapitati ebrei erano riusciti ad acciuffare, "un po' più in là, per favore" li invitava! Questa nostra prozia parlava correntemente tutte le lingue, ma usava nei rapporti con i parenti e gli amici solo il francese, per farsi capire meglio, diceva; quando era verso i novant'anni, ci raccontò che da giovane, a Trieste dove aveva sempre vissuto con la sua famiglia di banchieri, giunse una volta un facoltoso principe russo, col proprio treno, direttamente in stazione, dove parcheggiò, e di dove andava al mare, con tutta la servitù: i signori entravano in mare non visti, dalle cabine su palafitte, la servitù, ovviamente gente senza importanza (c'era ancora la schiavitù?), tutti nudi sulla spiaggia. La zia Matilde morì vecchissima quando io avevo trent'anni e mi lasciò, in suo ricordo, quanto sufficiente perchè mi comprassi da un amico il mio primo paio di ski in legno hickory, senza gli attacchi, beninteso: e gliene sono ancora grato.

Oltre le corrispondenze, le visite, le telefonate, erano molteplici gli interessi di mammà: anzitutto i suoi figli, il marito; per tutti tagliava, cuciva, lavorava a maglia; a noi, da piccoli, insegnò a leggere e scrivere, virtù quest’ultima nella quale lei stessa si cimentava volentieri, lasciandoci così memorie di viaggi, di soggiorni, pensieri, notazioni.
Durante la seconda guerra mondiale, con papà richiamato sotto le armi e sempre minacciato di trasferimento al fronte, faceva di tutto, organizzava in qualche modo la spesa anche laddove non si trovava quasi nulla, dirigeva fantomatiche freulein e mademoiselles affinché ci insegnassero qualche lingua, sovraintendeva all’andamento della casa , della nostra scuola e dei relativi compiti per evitarci i ben più duri sistemi seguiti in proposito dal nostro severissimo genitore: arrivò perfino a regalarci, alla fine del ‘quarantadue una sorellina, Maria Immacolata, poi ribattezzata Minette dalla suora francese che l’assisté nel parto (in casa, come si usava allora), noi tre fratelli maggiori smistati presso parenti ed amici; per Minette riuscì ad ottenere da un guardiano dell’Orto Botanico, ogni giorno, verdure e legumi per il brodino vegetale; ed altrettanto giornalmente un buon litro di latte dagli amici del Gallo, ritirabile (in bicicletta) presso il loro palazzo al Foro Traiano: qui infatti convergeva il prodotto delle mucche già ivi stivate nel cortile, poi portate discretamente a pascolare, come noi ragazzi, all’Orto Botanico grazie ai suoi buoni uffici mediati dal Direttore conosciuto in passato.
Con l’aiuto degli americani, anzi dell’esercito liberatore, e con papà senza prospettive immediate per il suo lavoro di ingegnere-architetto e con quattro figli particolarmente voraci, si lanciò come supervisor di un gruppo di ragazze che facevano servizi di mensa, snack e rinfreschi per un circolo di ufficiali USA sistemato nel palazzo delle esposizioni e per l’estate, nello stadio Flaminio. Noi ragazzi potevamo ricevere ricchi ed enormi gelati di crema raccogliendo con secchi i bicchieri usati, dagli spalti: una pacchia ed una vera risorsa; tra le ragazze ricordo Marisa, forse diciottenne, ma non Flaviana, allora solo di quindici anni.
Il quinto figlio, Paolo, arrivò nel cinquanta, sul finire dell’estate, quando ormai nessuno se lo aspettava, papà aveva cinquantasei anni, mammà dodici di meno. In quell’occasione noi due maschi maggiori fummo spediti in casa dei nonni a Napoli, in piazza Sannazzaro, nonni provvidenzialmente altrove per un loro viaggio: disponevamo dei soldi contati per quindici giorni di stretta sopravvivenza, più il biglietto di ritorno in treno in terza classe. Quando giunse il telegramma da Roma che ci annunciava la nascita di un fratellino nuovo, nessuno era però più a Napoli: ce l’eravamo svignata a Capri, cavandocela benissimo, mangiando pane e pomodori, dormendo in porto sulle panchine del traghetto di Napoli, almeno fino all’ora in cui venivamo svegliati bruscamente dagli addetti alle pulizie; passammo una vacanza formidabile, piena di sole, di bagni, di amicizie; di quel periodo mi rimane un simpatico ritratto a carboncino fattomi da una ragazzona olandese amica di un giovanotto messicano. Di Paolo apprendemmo transitando per Napoli prima di imbarcarci nel treno per Roma.
Uno dei regali più belli che ci ha lasciato mammà è la serenità, la certezza che se una cosa va “storta”, ne seguirà immancabilmente una migliore dopo, “quando meno uno se l’aspetta”. E l’amore per la musica classica: questa è stata per lei un alimento, qualcosa di irrinunciabile, quando poteva, zia Gianna Bizzarri ci dava dei biglietti per i concerti all’Argentina diretti da Victor de Sabata, ma poi c’era la Musica Antiqua recuperata e diretta dal cugino Luigi Colonna, direttore d’orchestra poco fortunato, ma che non mancava mai di farci avere dei biglietti omaggio. Poi è cominciata la stagione degli abbonamenti alla Filarmonica e d’estate alla Basilica di Massenzio; Flaviana ha sempre seguito questo filone, io stesso ero invece più attratto dalla lirica, forse perché iniziatovi dal nonno napoletano, Opa, che in gioventù pare sfoderasse una bella voce tenorile negli incontri conviviali fra amici, nei matrimoni di famiglia, in qualche evento mondano. Andavo le sere d’estate al Parco Pepoli, da dove era possibile seguire gli spettacoli di Caracalla senza bisogno di biglietto, seduti stipati sul muretto di cinta fra altri giovani melomani e gente semplice di quel quartiere.
I bei viaggi che Manfredo ha potuto offrire a nostra madre durante le sue residenze a Caracas ed a Delhi, quando lei aveva ormai un’età avanzata, furono occasione per lei dapprima di grande curiosità, poi di gioia, infine di continuo riferimento a Napoli, ritrovata in qualche isola tropicale del Venezuela, negli olezzanti e variopinti mercati dei villaggi indiani.
Una sola categoria di persone amava poco, anzi niente: i medici. Cercò sempre di evitarli, curando da sé i suoi scapestrati figli a suon di tazze di the per ogni mal di testa, starnuto, raffreddore vero o temuto; ma anche somministrato a titolo preventivo, prima di ogni viaggio, ma poi dinuovo all’arrivo, e spesso anche il giorno dopo.
Nei casi più gravi tutti sicuramente dovuti alle malefatte dei ragazzi, si ricorreva a Napoli dall’intramontabile dott.
Staglianò, a Roma Mario Carega, cognato di zia Maria Luisa Colonna, finchè ha vissuto, poi il dott. Lodoli, perennemente rassegnato al peggio. Quando in tarda età lei si ruppe un femore, non volle farsi “mettere le mani addosso” da nessuno, preferì restare nel letto di una clinica per cinque mesi finché l’osso provvide da solo a saldarsi.
Provvide sempre a tutti: quando Opa e Oma (la nostra cara Oma Welly olandese) erano già avanti con l’età ,li fece
Trasferire a Roma per averli vicino e poterli seguire; per questo Opa, morto nel cinquantasette mentre ero al servizio militare in Puglia, ma che già quarant’anni prima aveva stabilito di non poter più lavorare a causa di un vizio al cuore, è sepolto al Verano, nel deposito dei Colonna di Stigliano; Oma Welly riposa invece affianco a mamma mia al Flaminio, in un sepolcro più modesto, come si conviene a due donne di grande valore.
Non voglio rileggere queste righe per non dover verificare se ho espresso un mio ricordo di mammà oppure di Napoli: ma infondo, non c’è vera contraddizione.

A questo punto anch'io voglio scrivere un po' di ricordi...

come riunirsi da Oma i mercoledí pomeriggio con un po' di cugini, Toia con le sue lunghe trecce rosse che sempre gliele tiravamo (e che appena ha avuto la possibilità di decidere le ha tagliate), Lello che è il più vicino a me, che mi chiamava "cicciona" e io gli dicevo "nano", a volte sua sorella piccola Fiamma e la sua inseparabile Valentina, di un anno di più.

Con Oma non si festeggiava il Natale, quello era specifico di ogni nucleo familiare, mentre con lei e i cugini e gli zii si festeggiava sempre la Befana, dopo aver fatto noi nipoti il Presepio.

Oma non era la tipica nonna che sbavava dietro ai nipotini, tutt'altro, aveva il suo buon carattere! ma era molto simpatica e in gamba. Noi facevamo marachelle e lei si divertiva direi... quella che mi ricorderò sempre l'abbiamo fatta con Lello: in cucina aveva una scala di legno che saliva verso una soffitta e sui cui gradini lasciava le scarpe. In quell'occasione stavamo mangiando una fetta di pane con la marmellata, (spesso da lei era l'amatissimo pane burro e alici) e non so a chi di noi due cugini, probabilmente a me, cadde il pane in una scarpa... non sapendo cosa fare, e per paura a un castigo, abbiamo fatto finta di niente! e giorni dopo lei ci raccontò (senza rimprovero, non so neanche se pensasse che fossimo stati noi) che passeggiando per la città dovette togliersi la scarpa a una fontanella, perché sentiva qualcosa di appiccicoso, e ci trovó della marmellata! e noi a fare gli gnorri....

Altro ricordo ben marcato, ma molto più tragico, fú quando cadde in casa e si ruppe il femore, c'eravamo solo Lello ed io... non provammo ad alzarla, non mi ricordo cosa facemmo, probabilmente seguimmo le sue istruzioni e chiamammo i nostri genitori. Lí si che ci spaventammo!

Spesso da Oma c'era una delle sue vecchie amiche di sempre, allora ci si metteva in salotto a fare i bambini per bene e a chiacchierare con loro... mi ricordo che una di loro ebbe una tragica fine nell'aereo che cadde a Punta Raisi... ne era veramente consternata.

E poi c'erano le estati da noi a Porto Santo Stefano, che lei amava moltissimo, spesso anche con l'altra mia nonna Lita (con cui non ci fu mai un'enorme amicizia), ai tempi in cui non c'era la strada per arrivare a casa e si doveva scendere per il sentierino, ma lei sempre felice, finché poteva, di venire. E scendeva pure al mare a fare il bagno! cosa che molta gente più giovane non faceva e non fa, per paura agli scogli. Poi gli ultimi anni non veniva perché era troppo dura la discesa, forse anche dopo la rottura del femore, non so. E papà fece finalmente costruire una strada per raggiungere la casa dalla Panoramica, cosí venne di nuovo. Non mi ricordo che anno fu, solo che non fu molto prima che se ne andasse...

Mi piaceva moltissimo vedere le sue foto da giovane, e sempre restavo incredula della nostra enorme somiglianza, che tutti risaltavano. A parte il suo naso un po' più amplio, era veramente incredibile! In più io ero la prima nipotina Macioti, quindi forse è una mia illusione, ma ero speciale, cosí come lei sempre è stata speciale per me.

Mi ricordo che i suoi figli le fecero il bagno nuovo, che aveva i capelli lungissimi che portava a chignon, e che si spazzolava in camera sua seduta davanti ad un enorme specchio, che fumava una sigaretta al giorno (a mio grande stupore, di questo mi resi conto dopo anni!).

E poi mille altre cose, la sua sorellina "piccola" (17 anni meno!), gridona e simpaticissima Mité (guai a chiamarla Maria Teresa!), recentemente andata a raggiungerla, che fumava come una turca e che mi invitava a Venezia, le uscite in bus in cui la gente maleducata non si alzava per farla sedere cosa che mi mandava in bestia, le passeggiate a vicolo del Cinque e nei dintorni a Trastevere, a comprare pane ed altre piccole cose, e dove la chiamavano Donna Bianca... insomma non si può racchiudere in poche righe il ricordo di 25 anni!

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26 luglio 2006

Neve a Santiago!


Stamattina risveglio bianco! Dopo che la settimana scorsa avevamo avuto un'ondata di caldo anomalo (sui 25ºC, ricordando che stiamo in pieno inverno)!
E continuano le precipitazioni, ma a questo punto è piuttosto acqua che neve, quindi non durerà molto il bianco... ma sí credo che quando finalmente uscirà il sole e se ne andranno le nuvole basse, vedremo una Cordillera de los Andes meravigliosa!
E i più contenti sono i cani, in particolare Spike (che è un cagnone da montagna dei Pirenei)! Posted by Picasa

13 luglio 2006

Emergenza climatica



Dalle regioni IV alla IX (centro-sud) ha piovuto incessamente nelle ultime 48 ore, provocando innondazioni di case, strade e campagne, i fiumi sono usciti dai loro percorsi, sono cadute intere colline di fango portando con sé case, auto, persone... al momento si contano 19 morti, 4 persone che non si trovano, una quantità enorme (120.000) di persone involucrate, un vero disastro!
Sono caduti due ponti lungo la Ruta 5, l'arteria principale del Paese, impedendo i soccorsi terrestri di raggiungere le varie zone di emergenza... e il bello è che i camionisti fanno sciopero, per cui nel sud scarseggiano benzina e alimenti.
La gente non vuole lasciare abbandonata la propria casa per paura ai furti, restando sui tetti, visto che l'acqua le invade...

03 luglio 2006

Inverno Ed è arrivato l'inverno.... come sempre, tutto di botto, con un paio di giorni di pioggia intensa che hanno paralizzato la città, invaso le strade e le case più povere (spesso baracche) ed è durata 2 giorni di seguito. Sto parlando di Santiago ovviamente, nel sud era molto tempo che già pioveva e faceva freddo. Del resto il Cile è cosí, con il sud verde, piovoso e freddo, il nord desertico, caldo e secco, e il centro che fa da (rapida) transizione.
Quindi continuando su Santiago, dopo i due giorni di pioggia, si è finalmente schiarito il cielo e si sono potute vedere le montagne innevate, bellissime. La stagione sciistica è stata inaugurata (anche se con poca neve, dopo la nevicata iniziale credo che abbia nevicato - e piovuto a Santiago - solamente un'altra volta)... e il bello che il tutto ha coniciso abbastanza con il fatidico 21 giugno.
Ma anche se siamo in pieno inverno, ancora succede (spesso) che, malgrado un freddo mattutino abbastanza intenso, di giorno ci sia il sole e si stia in maniche di camicia (oggi stesso sono previsti 26ºC!).

Parlando di altri temi, ed essendo passato molto tempo dalla mia ultima apparizione in questo blog, le cose salienti che sono successe sono principalmente la mobilizzazione studentesca, con scioperi in tutto il Paese per tre settimane, e il tema della delinquenza.

Per quanto riguarda la mobilizzazione studentesca, qui esistono due sistemi educativi, il pubblico e il privato (come più o meno dappertutto), e la differenza tra i due è impressionante. L'educazione pubblica è carente in quasi tutti i suoi aspetti, sia accademici che logistici, ed è per questo che si è scatenata la protesta. Chi va a scuola pubblica sono le classi più disagiate, che tra le varie cose chiedevano la gratuità del trasporto pubblico (altro punto nero, che si sta cercando di risolvere, con il megaprogetto Transantiago, messo in opera ma solo parzialmente), dell'esame di ingresso all'università (la PSU, Prueba de Selección Universitaria) e vari altri punti, magari più particolari, tipo avere delle sale di classe in cui non piove dentro, dei bagni decenti ecc. Insomma finalmente gli studenti pare siano arrivati a un accordo con il governo ed hanno ripreso i corsi...

La delinquenza è un tema di tutti i giorni, in particolare i furti nelle case, con ragazzi che prendono in ostaggio tutti gli occupanti, li minacciano con pistole e coltelli e rubano di tutto, scippi a tutto andare, assalti a gioiellerie... La gente è disperata e a dire il vero tutte queste notizie sono tutt'altro che tranquillizzanti, si vive aspettando il proprio turno. C'è chi si arma, ognuno ha una sua opinione, ma quella di tutti è che i problemi sono sia alla radice (la povertà, droga, mancanza di istruzione e di prospettive) che del sistema giudiziario, dove chi è minorenne è praticamente inimputabile e chi è maggiorenne, sempre se la passa liscia, non si sa perché. Spesso per cavilli legali o mancanza di legislazione aggiornata, altre volte perché l'avvocato difensore d'ufficio conosce al suo "cliente" al momento del processo, non ha idea di quello che ha fatto, magari quello dell'accusa è occupato e non si presenta, insomma delle cose incredibili! e i lestofanti restano liberi!

Cambiando assolutamente tema, sto uscendo quasi indenne dalla tortura dei Mondiali (al massimo si vedono i gol e i risultati al telegiornale), mentre posso godermi con tutta calma i vari tornei di tennis in televisione, la mattina (gli europei, per differenze d'orario; Montecarlo, Roma, Amburgo, Roland Garros, Wimbledon), su ESPN dove li danno per intero!

Bene miei cari (e pochi) lettori, buon'estate, e a presto! Posted by Picasa

28 aprile 2006

Viaggio di nozze a Cuba
Premessa: dal Cile Cuba è lontanissimo! All'andata, con Copa Airlines che fa scalo a Panama, ci abbiamo messo 12 ore e 45 minuti, più un secolo per recuperare la valigia! Quindi si perde un giorno di viaggio all'andata e uno al ritorno, su 6 giorni è troppo.

La Habana è una città lasciata decadere fino al 1999-2000 quando si sono messi a restaurarla un po' (con i soldi del turismo). Si nota che è stata una città bellissima, mi ricorda Napoli, sul mare e piena di viuzze e bei palazzi. C'era un vento pazzesco e questo ha fatto si che non facesse nessun caldo particolare quindi ottima per la visita. Un giorno è sufficiente.

Quello che è incredibile a Cuba è che c'è un doppio standard, perfino due tipi di moneta, per cubani e turisti: i cubani hanno i loro Pesos, guadagnano all'incirca 15US$ al mese che anche ai loro standard è pochissimo, mentre i turisti hanno il Peso Convertible (CUC) che vale all'incirca 1 €, e tutto è carissimo, con prezzi cari perfino per l'Europa (e in particolare per dei poveri turisti cileni). I cubani non possono maneggiare i Pesos Convertibles, e anche se avessero abbastanza soldi non possono entrare nei ristoranti e alberghi per turisti (io lo chiamo Apartheid, loro lo chiamano Socialismo...).
Il metodo per fare funzionare questo tipo di regime è un controllo perenne: tutti hanno paura del vicino che li possa denunciare, quindi nessuno osa fare o dire niente. In un tour che abbiamo fatto a Trinidad (non ne vale la pena) la guida, un ragazzo che parlava perfettamente italiano e francese per averli studiati all'università, ci raccontava tutta la storia e la bellezza del regime mentre stavamo nel bus, con anche lo chauffeur e un camerografo che ha ripreso tutta l'escursione, mentre appena si scendeva ed era sicuro che ci fossero solo turisti, si lasciava un po' andare, e alla domanda se esisteva l'opposizione ha risposto che i 72 giornalisti che hanno scritto o detto qualcosa contro il regime stanno tutti in carcere. Poi una ragazza italiana scema, ha chiesto se c'era libertà di stampa (ah ah ah) e come faceva Fidel a limitare internet! Forse non si è resa conto che nessun cubano ha accesso a internet, che non ci sono (o almeno non ne ho visti) telefoni pubblici, che la gente non circola in automobile perché il litro di benzina costa 0,95€ e con il loro stipendio non se lo possono permettere. Tra l'altro a parte dentro la città, il trasporto pubblico è quasi inesistente e i cubani non si muovono molto.

Poi si vedono molti cartelloni pubblicitari, tutti sulla bellezza del socialismo e della rivoluzione (ma non è stata 50 anni fa? che senso ha parlare ancora di rivoluzione? ogni anno è decretato anno della rivoluzione di qualcosa, quest'anno "anno della rivoluzione dell'energia", per cui stanno sostituendo le vecchie centrali termoelettriche con gruppi elettrogeni, evitando le interruzioni di 12-18 ore di corrente che erano comunissime fino a 6 mesi fa) ma i più belli sono quelli di Bush con i canini da vampiro, visto come terrorista e nemico numero 1 del popolo cubano...

Di fatto quando la nostra guida ci ha portati al mausoleo del Che (una noia...) ci raccontava come il Che era un idealista, che faceva le battaglie mentre Fidel se ne rimaneva ben protetto in cima alla collina, e che Fidel tutto quello che voleva era il potere. E un altro cubano che ci ha attaccato discorso ci raccontava che Fidel vive con una scorta, protettissimo, che hanno attentato più volte alla sua vita (non mi sorprende! mi sorprende solo che non siano riusciti nel loro intento!).

Insomma chi nel paese ha la possibilità di lavorare, a qualsiasi livello, a contatto con i turisti, è chi vive meglio, perché le mance sorpassano di gran lunga il loro stipendio.

E dopo La Habana siamo andati a Varadero. Nel viaggio (e anche nella gita a Trinidad) ci si rende conto che l'isola in sé non è molto bella, la vegetazione (forse per l'epoca dell'anno) non molto rigogliosa, i paesi orrendi (palazzi da profonda periferia russa, senza nessun tipo di manutenzione). E i campi quasi non ci sono, mentre la Rivoluzione del Che voleva dare i campi ai contadini... alla mia richiesta di chiarezza su questo punto mi hanno spiegato che si, i contadini hanno i campi, solo che devono dare il 75% del raccolto al governo, il che certo non li incentiva a lavorare... chi lavora e chi no guadagna lo stesso, quindi perché lavorare?

Da quando si è dissolta l'Unione Sovietica, i cubani non ricevono più appoggio e quindi devono cavarsela da soli: hanno un po' di petrolio, sfruttato grazie a compagnie canadesi e a Gérard Depardieu (!) che non si raffina ma che sopperisce a 40% del fabbisogno, per esempio nelle fabbriche di rum. Il 60% restante è fornito dal buon amico venezuelano Hugo Chavez...
Parlando di rum e canna da zucchero, qualche anno fa Fidel ha deciso di diminuire drasticamente la coltivazione di canna ma da quando si è ritrovato senza appoggi ha voluto riprendere, solo che aveva smantellato moltissime delle distillerie...

Varadero è una lingua di terra a circa 150km a est de La Habana, al bordo del mare, con spiaggia e un hotel enorme dopo l'altro. Noi stavamo in un bel resort verso la fine della penisola (di 14 km), per fortuna erano tutte casette e non un albergone. Pieno di canadesi perché Air Canada è una delle poche linee aeree occidentali (c'è anche Air France, e molte compagnie minori sudamericane) che ha voli diretti, e da Montréal ci vogliono solamente 3 ore e 20 di volo! Spiaggia bellissima, acqua azzurra, acqua chiara, purtroppo poca fortuna con il tempo, troppo vento e perfino scrosci di pioggia, quindi invece di una bella gita ai cayos, o una giornata in più in spiaggia, andati a fare questa benedetta gita a Trinidad, che sta a 300 km, ma è una giornata intera (dalle 6.20 alle 21.20!) in bus, si vede un'altra cittadina senza interesse alcuno, Cienfuegos, dove si sta mezz'ora (non si ha il tempo di allontanarsi dal bus), poi Trinidad, che è un paesino come 1.000 altri (fuori da Cuba) con la gente che ti si appiccica per chiederti soldi, e poi il mausoleo del Che Guevara, da suicidio... Posted by Picasa
Ci siamo sposati!ebbene si, dopo anni e anni abbiamo fatto il gran passo, accompagnati dalle nostre rispettive famiglie e da alcuni amici, testimoni mia cugina Tere con suo marito Andrés, che ci hanno presentato, era doveroso! In tutto 32 persone contando noi.
Cerimonia simpatica e senza nessun nervosismo (a parte che dovevo arrivare alle 19.30 e alle 18.45 sono finalmente riuscita a uscire dal parrucchiere con mia sorella, scapicollate a casa a cambiarci e arrivati tutti puntualissimi!), eravamo piuttosto sull'allegro sghignazzante... c'è poi stato un cocktail, seguito da pranzo, danze e chiacchiere.
Si è festeggiato nel clubhouse del club di golf dove andiamo (una volta ogni morte di papa e neanche a giocare a golf...).
Per l'evento storico sono venuti mio padre dall'Italia per due settimane, mia sorella dalla Francia per una, e siamo andati a cena fuori, nella settimana di mia sorella, ben tutte le sere, messo su un 10 kg senza problemi!
Poi loro sono ripartiti insieme in Lan Chile fino a Madrid per poi arrivare alle loro rispettive destinazioni, mentre noi ce ne siamo andati a Cuba. Posted by Picasa

09 marzo 2006

Festeggiando Santa Francesca Romana

Eccomi finalmente di nuovo nel blog, è più di un mese che non lo aggiorno.... era ora!

E siamo a meno di un mese dal fatidico "si", l'8 aprile. Poca gente ma sarà carino. Vengono papà e mia sorella, mentre mamma folleggia in Brasile e per problemi di coincidenze purtroppo non può partecipare al gran evento; si rifarà verso settembre-ottobre, dove già è annunciata una sua prolungata visita.

Santiago sta cominciando i preparativi per il cambio di presidenza, dopodomani. Salirà al trono Michelle Bachelet, la prima Presidentessa del Cile (ma questo l'avevo già detto in altre occasioni).
Saranno presenti 29 capi di stato o alti rappresentanti. Abbiamo già l'onore di avere con noi niente popò di meno che Evo Morales, il presidente "cocalero" della Bolivia. Sottolineo che "cocalero" non ha niente a vedere con la Coca Cola, bensí il bravo ragazzo era un dirigente di "impresa di cocaina". Bell'affare.
Poi avremo Condoleezza Rice, e il suo gran ammiratore Hugo Chavez, altro pazzo scatenato, io non so in che mondo viviamo!
E poi molti altri of course. Non so se avremo il buon Ciampi.

Per quanto riguarda il tempo, di giorno fa ancora caldo ma la mattina si sente il freschetto. E comunque ormai si sente l'avvicinarsi del tanto odiato autunno (odiato per essere l'anticamera dell'inverno). La città ormai è quella di sempre, con il traffico di sempre. Le ultime scuole ad aprire l'hanno fatto lunedí 6, quindi ricomincia un anno.

Non so se ho mai parlato delle autostrade urbane che stanno costruendo. A parte le polemiche per i pedaggi (va bene per le arterie nuove, ma quando tutto quello che fanno è mettere uno strato di asfalto su una via già esistente, lo trovo un abuso), stanno facendo si che la città diventi più vivibile. Ovviamente ci sono problemi di cattiva segnaletica, di rampe a collo di bottiglia, ecc. Ma quando prima per andare per esempio all'aeroporto si usciva con una buona ora e mezzo di anticipo, in vista dell'immancabile imbottigliamento, e si arrivava con i nervi a fior di pelle temendo la chiusura del volo, adesso con 20 minuti si arriva, una cosa meravigliosa! E questo va anche per i vari accessi alla città sia verso Nord che verso Sud (e verso la costa), insomma in tutte le direzioni!
Un gran problema delle autostrade, e adesso parlo in generale di quelle extraurbane, è che il Paese non è ricco e quindi spesso per vari tratti sono le uniche vie di comunicazione, dove accedono tutti. I carretti a cavallo, i trattori, e peggio di tutto (perché immancabili) i venditori con i loro chioschi che fanno si che le automobili si fermano in piena autostrada. In più c'è perfino chi fa l'autostop, e con il benestare dei carabinieri!
E poi ci sono gli automobilisti, che non hanno ancora capito che la corsia di sorpasso si chiama cosí perché dev'essere usata unicamente a quello scopo. Invece circolano imperterriti a sinistra, e non schiodano, tanto che alla disperazione ci si vede obbligati a sorpassarli da destra! Questo tipo di automobilista si riconosce subito dallo stato deplorevole del suo veicolo (ma come passa la revisione tecnica?), e sono normalmente persone con poca educazione, per non dire nessuna, che devono avere comprato la patente con i punti delle patatine.
Inoltre abbiamo, dal lato opposto della scala sociale, i prepotenti col macchinone, che mentre uno sta sorpassando come si deve ti tirano il suddetto macchinone addosso, perché la strada gli appartiene... e qui tutto il mondo è paese...

Bene per ora vi lascio, magari ci risentiamo da sposata, con una presidentessa e in quasi inverno!

03 febbraio 2006

Riassuntino.... o più che altro, le ultime novità....

Michelle Bachelet sarà la prossima Presidentessa del Cile, ha vinto con circa 53% dei voti su Sabastián Piñera. Assumerá l'11 marzo prossimo.

Le vacanze sono andate bene, il tempo ottimo, cosa che invece questi giorni è stranissimo, ieri c'è stata nebbia e faceva freschetto!

Tanto per cambiare ho gli operai che cercano di riparare per l'ennesima volta la piscina, dopo che un bel giorno (si fa per dire) si è completamente svuotata sotto i nostri occhi increduli e disperati... hanno cambiato il drenaggio...

E questo è tanto per il momento, non molto, ma è tutto tranquillo....

09 gennaio 2006

Finalmente il 2006! Prima di tutto tanti auguri a chi mi legge visto che questa è la prima volta che scrivo in questo nuovo anno!
Parliamo delle feste qui, all'altro lato del mondo! In piena estate! Già sono vari anni che vivo questa emozione, ma Natale è diverso. Supercommerciale (non che da noi non lo sia...)... e poi si festeggia piuttosto il 24 sera che il 25. E Santo Stefano è passato in cavalleria, poveraccio! In più quest'anno con il fatto che Natale è caduto di fine settimana, una vera fregatura. Perché non è come da noi che tra prima di Natale e la Befana (che sta nello stesso reggimento di Santo Stefano) stanno tutti in giro. Si, certo, le scuole sono chiuse (per le vacanze estive) ma tutti (o quasi) lavorano.
Capodanno l'abbiamo passato a Viña del Mar dove nella baia, da Valparaiso a Reñaca (urge una mappa!) fanno dei bellissimi fuochi artificiali sincronizzati, che durano 25 minuti e cominciano alle 00.03 (per dare il tempo alla gente di abbracciarsi, cosa che si fa qui, più del brindisi). Ah, e poi che Dio ci scampi se si osa fare gli auguri PRIMA delle 00.00! Mamma che superstiziosi!
Insomma, parlando dei fuochi, quelli di Valparaiso sono considerati i migliori del Paese e dall'anno scorso (e noi c'eravamo - non è un plurale majestatis, è che ovviamente non sono andata sola) si sono messi d'accordo per farli per tutta la baia, ossia pure a Viña e a Reñaca.
Quest'anno insomma, li abbiamo visti dall'avenida Perú, di fronte all'hotel e al casinó di Viña. É una strada con un muretto e poi una scogliera. Siamo arrivati verso le 23.30, c'era gente un po' bagnata, pare che fossero arrivati un po' di schizzi... niente di grave, abbiamo pensato, ed abbiamo avanzato fino al muretto, in mezzo a orde umane. E poi il grido "arriva l'onda!" e tutti a correre indietro, anche se non c'era molto spazio. E abbiamo sentito in carne propria il famoso schizzo. Quindi ci siamo detti, che visto che eravamo già un po' bagnati, tanto valeva mettersi in piedi sul muretto per vedere meglio lo scenario (perché oltre ai fuochi sono bellissime le luci dei paesi). L'avessimo mai fatto! Ci siamo presi, ancora nel 2005, un altro paio di ondate molto più cariche d'acqua della precedente, eravamo bagnati completi, capelli, mutande, scarpe, acqua che scorreva lungo la schiena (e di notte dovevano fare al massimo sui 15ºC!)!!! ma a quel punto non solo non potevamo saltare indietro, ma neanche potevamo tornare nel nostro fantastico albergo (una bettola, unica stanza disponibile in tutto il territorio, ma chissene!) ad asciugarci, quindi a rischio di una bella polmonite ce ne siamo rimasti con la tremarella a vedere lo spettacolo! E ne valeva la pena! Qui dicono che sono i migliori di tutta l'America Latina, e tra i 5 migliori del mondo... chissà che ne dicono gli altri. Ci sono varie zattere lungo la baia che partono all'unisono e a Valparaiso anche delle cascate bellissime (e l'altr'anno avevamo un balcone sopra le cascate! bisogna dire che da lì era molto più bello!). Tra l'altro a un certo punto una delle zattere ha cominciato a fare dei fuochi splendidi, ma troppo ravvicinati: in effetti stava esplodendo! Poi ha fatto un fumo denso che per un paio di minuti ci ha oscurato la vista!
E noi che volevamo andare in giro a vedere che succedeva, a divertirci un po', siamo dovuti tornare correndo all'albergo ad asciugarci (menomale che mi ero portata il phon!), anche perché non avevamo più niente da metterci (il bagno vestiti a mezzanotte era un assoluto fuori-programma!) e quindi fine della trasmissione! Posted by Picasa