
Partita della Roma...
Blog ad uso esclusivo per la mia famiglia ed i miei amici. Chiunque altro è pregato di astenersi a commentare... grazie!
Francesco Fantoli amico e collaboratore della prima ora di PeaceReporter
è stato ucciso a Haiti, Paese in cui viveva da molti anni.
Checco, come lo chiamavamo noi amici, era uscito da una banca di Delmas, quartiere di Port au Prince, capitale di Haiti, quando due uomini a bordo di una motocicletta lo hanno avvicinato e gli hanno intimato di consegnare il denaro che aveva appena prelevato. Checco si sarebbe rifiutato di consegnare il denaro e i malviventi gli avrebbero sparato. Le sue condizioni sono apparse subito critiche ai medici dell'ospedale di Medici senza Frontiere, dove è stato trasportato immediatamente dopo l'agguato. Fantoli nella notte fra sabato e domenica è morto. A Haiti è stata aperta un'indagine.
In Haiti Fantoli era molto noto. Le sue telecronache
sportive erano seguite da un pubblico numeroso. Non solo. Checco
era un documentarista appassionato, curioso, amante
del dettaglio. Parlava molte lingue segno indelebile
dei mille paesi visitati e in qualche modo amati. Fantoli
era un vero amante di Haiti che più volte ha dichiarato di
considerare come sua vera patria. E aveva accettato di buon
grado di collaborare con PeaceReporter, il progetto lo
entusiasmava. I mille impegni degli ultimi tempi lo avevano
un po' allontanato dalle corrispondenze per la nostra testata
ma inevitabilmente veniva disturbato in ogni modo dai nostri
redattori per avere notizie fresche sull'isola o su paesi limitrofi.
È anche grazie a
Francesco Fantoli
che PeaceReporter
ha potuto
documentare
dettagliatamente
le vicende
haitiane. Le sue
cronache
"dal campo" sono
state di grandissimo
aiuto per noi e anche
per alcune testate cartacee italiane.
Fantoli amava molto Port au Prince: i suoi colori, i sapori, la gente. E proprio
con gli haitiani che Checco aveva un gran rapporto. Era amato. Lo
riconoscevano per strada, lo salutavano. Con loro lavorava. Per Haiti
Press Network e Image Production. Questa sua familiarità, quel suo modo
di confrontarsi sempre alla pari con tutti gli consentiva di addentrarsi
nei meandri delle bidonville in piena sicurezza. Sembrava quasi fosse
protetto. Dei suoi concittadini diceva: "Sono fantastici".
Francesco Fantoli era come si dice in una redazione "il mio contatto su Haiti".
In più Checco era un amico. Difficilmente mi dimenticherò di lui
e dei bellissimi momenti passati insieme a Port au Prince, città
che romanticamente chiamava "Porto Principe". Ma anche a Jacmel,
nella zona sud del Paese dove aveva costruito una splendida casetta.
L'aveva chiamata Villino Fantoli e ne andava orgoglioso. Anche grazie
a lui ho imparato a amare molto Haiti. Mi faceva ridere quando mi
rispondeva al telefono. "Uè il milanese" diceva prendendomi in giro.
Lui era romano e nonostante i tanti anni trascorsi lontano dalla città
eterna, l'accento non l'aveva perso. E giocava molto su questo fatto.
La cosa più bella che ricordo è stato il primo incontro con Francesco.
Io uscivo dall'aeroporto internazionale di Port au Prince e decine di
taxisti abusivi in cerca di pochi spiccioli facevano a gara saltandomi
addosso per trasportarmi ovunque io volessi. In lontananza vedevo un uomo,
sigaretta accesa fra le dita, che sorrideva e si avvicinava a noi. Quattro
urla ben assestate, un braccio intorno al mio collo per portarmi via dal
gruppo di taxisti e una frase: "Ciao, Alessandro benvenuto a Haiti". Poi
una risata a far da contorno al tutto. Per lui quella ressa che
inevitabilmente mi aveva un po' intimorito, era solo una rappresentazione
dell'essere pienamente haitiano. Me l'ha spiegato qualche giorno dopo in
auto, mentre ci dirigevamo verso Jacmel.
Ricordo le raccomandazioni, puntualmente mai seguite (ripensandoci
adesso in modo scellerato): "Non uscire la sera da solo. E se puoi
nemmeno di giorno!" Io però dovevo uscire. Dovevo fare ciò per cui
ero stato inviato a Haiti. Documentare la situazione drammatica
dell'isola. Andare in giro per la città a osservare di tutto e se
possibile di più. Checco molte volte mi ha accompagnato. Alcune
volte ha fatto da mediatore per risolvere situazioni complesse. Mi
ha aiutato vedere a Haiti e i mali che la affliggevano e la
affliggono tuttora. E questo a lui non piaceva.
In una sola circostanza ce la siamo vista brutta. Una mattina intorno
alle sette in auto ci siamo diretti verso la bidonville di Citè Soleil,
uno degli angoli del mondo dimenticati da Dio. Siamo entrati in auto
e dopo poche decine di metri una folla composta da uomini, donne e
decine di ragazzi ha impedito alla nostra auto di proseguire. Volevano
tutti farsi salutare dal "famoso telecronista televisivo". Questo non
ha impedito a un gruppetto di ragazzotti armati di seguire tutta la scena,
farci visitare la bidonville in tutta calma e senza rischi, farci
fotografare ogni angolo di quel posto infernale, e poi senza timori
venire a chiederci dei soldi come lasciapassare per farci uscire
indisturbati dalla baraccopoli. Non hanno usato mezzi termini e
senza problemi ci hanno fatto vedere delle grandi armi luccicanti
e quali sarebbero potute essere le conseguenze se non avessimo
pagato. Siamo usciti da quella situazione lasciando nelle mani
dei ragazzotti pochi dollari Usa. Soprattutto, però, siamo usciti
grazie al carisma di Checco che ha iniziato a toccare tasti come
il calcio e il rap e altre cose che piacciono ai ragazzi di tutto
il mondo. Se fossimo rimasti fermi in auto ancora una decina di
minuti probabilmente ci avrebbero lasciato andare gratis. Con belle
parole gentili Checco li aveva ammorbiditi, interessati, forse anche
imbarazzati. Checco non aveva paura di andare in giro per Haiti.
O se l'aveva non lo faceva vedere.
Alessandro Grandi
PORT-AU-PRINCE - Il giornalista italiano Francesco Fantoli è stato ucciso durante una rapina ad Haiti. Ne ha dato notizia l'Haiti Press Network, una testata con la quale collaborava da tempo. Secondo quanto ha riferito dallo stesso giornale, Fantoli è stato avvicinato da due rapinatori in moto all'uscita di una banca di Delmas, a Port-au-Prince. Quando si è rifiutato di consegnare il denaro gli hanno sparato due colpi, uno dei quali lo ha raggiunto al fegato. Ricoverato nell'ospedale di Medici senza frontiere, le sue condizioni sono subito apparse disperate ed è morto durante la notte tra sabato e domenica. Fantoli aveva fatto di Haiti la sua seconda patria e a Jacmel aveva anche aperto una scuola calcio. Per la rappresentanza dell'Unione europea aveva realizzato una serie di documentari sulla vita quotidiana nel Paese e per la radio locale commentava le partite del campionato italiano.
06 dicembre 2009
Una veduta di Port-au-Prince
(6 dicembre 2009)
SOCIÉTÉ | |
Haiti-Italie:HPN en deuil après la mort de Francesco Fantoli Posté le 6 décembre 2009 Notre collaborateur Francesco Fantoli est décédé dans la nuit de samedi à dimanche à l’hôpital de Médecins Sans Frontières (MSF) où il a été admis après avoir été blessé par balles samedi matin à Delmas. Francesco Fantoli (ressortissant italien) a été attaqué par des hommes armés à sa sortie d’une banque à Delmas (Port-au-Prince). Les agresseurs qui se trouvaient à moto, selon des témoins, lui avaient tiré deux balles. Transporté à l’hôpital de Médecins Sans frontières, il a été opéré et était placé sous appareil respiratoire. Les médecins avaient indiqué que l’une des balles avait perforé son foie ce qui lui laissait peu de chance de survie. En effet, le journaliste, réalisateur, chroniquer sportif qui venait d’inaugurer une école de foot ball à Jacmel où il résidait a succombé de ses blessures au cours de la nuit de samedi à dimanche. Toute la rédaction de Haïti Press Network et de Vues d’Haïti où il a travaillé présente ses sympathies à la famille de Francesco Fantoli et à ses nombreiux amis qu’il avait souvent encouragé à venir visiter Haïti. Francesco Fantoli avait fait d’Haïti sa seconde patrie. « Je ne peux plus rester deux semaines à l’étranger (en Italie) tellement je me sens attaché à Haïti », confiait-il à ses jeunes collaborateurs de HPN. A la télévision nationale d’Haïti, Francesco animait une chronique et présentait souvent les grands rendez-vous de foot ball aux côtés des présentateurs tels que Patrice Dumond, Smith Griffon ou Joël Norvélus. Avec Image Productions Francesco avait réalisé pour le bureau de l'Union européenne en Haïti une série de reportages sur la vie quotidienne en Haïti. La série postée sur Youtube a été regardée par des dizaines de milliers d'internautes et avait reçu le prix de meilleure réalisation décerné par l'UE. HPN |